L’infortunio sul lavoro: quando si considera tale?

avatar

Welink Legal

Purtroppo, non è raro che sul posto di lavoro, qualunque esso sia, si verifichino degli incidenti che causano un infortunio del dipendente. Ovviamente vi sono lavori più soggetti ad incidenti: un cantiere edilizio, ad esempio, è un luogo meno sicuro rispetto ad un ufficio. Quando comunque si parla di infortunio, le regole sono sempre uguali, qualsiasi sia il mestiere. In questo articolo andremo a vedere cosa si intende per infortunio sul lavoro, facendo le opportune differenze tra le varie casistiche, e come muoversi in caso di richiesta.

 

Cosa sia un infortunio è chiaro più o meno a tutti (anche se molto fanno confusione tra infortunio e malattia). Per definirlo con parole semplici, si definisce infortunio sul lavoro un evento traumatico avvenuto sul posto di lavoro o comunque riconducibile a questo. Per potersi considerare infortunio, il lavoratore che ha subito l’evento traumatico non potrà svolgere l’attività lavorativa per più di tre giorni.

 

Ovviamente, quando si parla di infortunio sul lavoro, si rinvigorisce subito il già accesissimo dibattito sulla sicurezza sul lavoro, questione molto delicata che, ancora oggi, viene spesso scarsamente considerata soprattutto da chi dovrebbe garantire la sicurezza del luogo di lavoro (gli enti peripatetici). In realtà, proprio a tal proposito vi sono moltissime leggi, volte proprio a tutelare i lavoratori ma che, purtroppo, non vengono sempre applicate.

Ad ogni modo, per tutelare i lavoratori inabilitati a lavorare proprio a causa di un infortunio, la legge prevede un’assicurazione obbligatoria grazie alla quale il lavoratore infortunato potrà percepire un indennizzo.

Vi sono però dei presupposti che si devono verificare affinché un incidente possa essere considerato infortunio sul lavoro; innanzitutto, l’incidente deve essere ricollegato all’attività lavorativa, ovvero, deve esserci un rapporto di causa ed effetto. Inoltre, l’evento deve causare una lesione tale da rendere inabile il lavoratore a svolgere la sua attività per più di tre giorni o, nei casi peggiori, addirittura la morte.

Proprio sulla questione causa ed effetto, vedremo più avanti come anche gli incidenti che accadono durante il tragitto per recarsi a lavoro vengono considerati infortunio sul lavoro; in questo caso si parla di infortuni in itinere.

La differenza tra infortunio e malattia

In molti, quando si parla di malattia, malattia professionale ed infortunio, fanno un po’ di confusione non riuscendo ad individuare le differenze che corrono tra questi tre eventi. In comune vi è solo l’inabilità del lavoratore a lavorare.

 

Quando si parla di malattia, ci si riferisce ad uno stato di salute compromesso del lavoratore, da cause non correlate al lavoro, tale da non consentirgli di svolgere la normale attività lavorativa.

Se poi si parla di malattia professionale e di infortunio sul lavoro, il disguido è dietro l’angolo. Infatti, anche se in entrambi i casi il lavoratore non riesce a lavorare, questi due eventi sono differenti per la causa del malessere. Cerchiamo di fare chiarezza.

Come già accennato, quando si parla di infortunio sul lavoro, ci si riferisce ad una lesione causata da un incidente; quindi si parla di un unico evento, anche violento, che ha causato danni fisici o, addirittura, la morte del lavoratore. Per spiegarlo con un esempio pratico, pensiamo ad una commercialista che inciampa in un filo messo male nell’ufficio dell’azienda per cui lavora e con la caduta si rompe una gamba: in questo caso si tratta proprio di infortunio sul lavoro. Abbiamo voluto portare proprio questo esempio anche per far capire che anche nei posti che si reputano più sicuri il rischio è sempre presente.

 

Nel caso della malattia professionale, invece, la salute del dipendente viene inficiata dalle modalità, dai vari agenti a cui si è costantemente esposti per svolgere la propria attività. In questo caso, quindi, si parla di fattori di rischio alla quale i lavoratori vengono esposti in modo continuativo e per tanto tempo (non stiamo più parlando di un unico evento, quindi). Per fare un esempio pratico, sono fattori di rischio i fumi scaturiti dalla produzione di un determinato materiale,a cui l’operaio è esposto e che a causa di questi svilupperà malattie dell’apparato respiratorio. Si può ben capire che per poter certificare una malattia professionale vi deve sempre essere il fattore causa ed effetto.

 

L’infortunio in itinere

Fino ad ora abbiamo parlato di infortuni che avvengono sul posto di lavoro ma, come già accennato, vengono considerati tali tutti quegli incidenti che avvengono durante tutte quelle attività che sono correlate al lavoro. L’infortunio in itinere è l’infortunio che il lavoratore subisce nel tragitto che deve necessariamente percorrere per recarsi sul luogo di lavoro (sia che adoperi un mezzo pubblico, sia che utilizzi un mezzo privato). Anche in questo caso, quindi, il dipendente potrà usufruire della copertura assicurativa che viene fornita dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni.
Ma, attenzione: per potere essere indennizzato, l’infortunio deve avvenire all’interno del normale percorso (di andata e di ritorno) effettuato per recarsi sul lavoro. Ciò significa che se durante il tragitto il lavoratore dovesse modificare il percorso, non avrà più il diritto all’infortunio.
Chiaramente vengono contemplate tutte quelle deviazioni fatte per forza maggiore (come l’interruzione di una strada, per esempio).

Come richiedere l’infortunio sul lavoro

Per richiedere l’infortunio sul lavoro, per prima cosa si dovrà comunicare l’avvenuto al proprio datore; in seguito occorre recarsi dal medico o al pronto soccorso in modo da avere un certificato che appuri il danno subito. A questo punto il dipendente dovrà comunicare al proprio datore di lavoro gli estremi di tale certificato. A fare la comunicazione telematica all'INAIL saranno sia il medico curante, sia il datore di lavoro. 

La sicurezza sul lavoro e le sanzioni

Come già accennato, le leggi che riguardano la sicurezza sul lavoro sono tante.

Ricordiamo, ad esempio, che in qualsiasi azienda si devono obbligatoriamente seguire corsi in materia e che in qualsiasi settore i luoghi di lavoro, che siano semplici uffici o cantieri edili, devono essere a norma.
Cosa succede nel caso in cui un lavoratore, a causa di un incidente, dovesse infortunarsi gravemente o, addirittura, perdere la vita.

 

Chiaramente in questi casi intervengono i tribunali che andranno a verificare che tutte le regole sulla sicurezza siano state rispettate. Se, durante le opportune verifiche, dovesse emergere che il luogo di lavoro non era dotato degli opportuni sistemi di sicurezza, in quel caso l’accusa sarà grave: si parla di lesioni colpose o di omicidio colposo.

Ma chi è il soggetto che può essere accusato? Questo dipende da chi è l’addetto alla sicurezza. Molto spesso si tratta del datore di lavoro ma è possibile che anche altri dipendenti svolgano questa mansione. Nel caso di omicidio colposo, l’azione penale viene esercitata d’ufficio dal Procuratore della Repubblica non appena viene informato del fatto. Nel caso di lesioni colpose, invece, per essere perseguite necessitano in linea di massima di una denuncia da parte dell’infortunato. Nel caso di infortuni gravi, con un infortunio con una prognosi che supera i 40 giorni, l’INAIL (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) può comunicare l’avvenuto al Procuratore che, quindi, potrà intraprendere la procedura penale. 


Welink Legal

Trova l'avvocato vicino a te

Altri risultati