La separazione

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Introdurre la separazione

Nell’ordinaria vita di una coppia vi può essere un momento in cui ad uno dei coniugi capiti di pensare che la separazione sia l’unica cosa da farsi, ciò può capitare perché il matrimonio è ormai naufragato, in questi casi é fondamentale manifestare tale intenzione al partner. E’ molto importante manifestare questa volontà nella maniera meno distruttiva possibile. 

 

Occorre manifestare, inoltre, chiaramente la propria volontà al partner sia per non apparire vigliacchi, ma soprattutto per non rischiare l’addebito per abbandono del tetto coniugale, in caso di separazione giudiziale. 

 

Cerchiamo ora di fare chiarezza per capire come ci si deve approcciare a un momento così delicato.

 

Le motivazioni da addurre per la separazione sono fondamentali ed occorre molta attenzione in questa cosa, che agli occhi di un inesperto del diritto potrebbe apparire facilissima e priva di rischi.

 

Ad esempio, potrebbe sembrare irrilevante, ma dire “non ti amo più” al proprio coniuge non produce effetti negativi, mentre dire “amo un altro/a” potrebbe portare il coniuge richiedente la separazione a rischiare l’addebito per infedeltà in sede giudiziale.

 

Resta ferma l’indicazione generale di non abbandonarsi ad insulti o peggio al lancio di oggetti, in situazioni delicate di questo tipo è importante mantenere la calma ed affidarsi a professionisti del settore per risolvere al meglio queste situazioni, e soprattutto in questi casi la materia del giudizio potrebbe finire sul penale e perdere in questo modo qualunque possibilità di chiedere un eventuale assegno di mantenimento.

 

Occorre poi considerare che non è possibile lasciare la casa coniugale prima che il tribunale abbia dichiarato la separazione o senza il consenso del coniuge, questo comportamento infatti comporterebbe una violazione di uno dei principali doveri del matrimonio ovvero la convivenza.

Anche in questo caso, Il rischio è la “solita” pronuncia di separazione con addebito, la quale farebbe perdere il diritto all’assegno di mantenimento.

 

Generalmente la volontà di separarsi ed in seguito di procedere al divorzio viene comunicata a voce senza formule particolari, occorre però anche a questo punto prestare estrema attenzione perché le parole potrebbero venire registrate, visto il clima non certo tranquillo in cui verte la coppia. Si potrebbe anche comunicare la propria volontà tramite lettera, ma questa è una ipotesi inverosimile, sarebbe infatti assurdo scriversi vivendo sotto lo stesso tetto.

 

Accordarsi con l’altro coniuge

Non provare più amore per il proprio coniuge non è un comportamento sbagliato, il coniuge che vuole separarsi senza che l’altro condivida la sua scelta non è per questo responsabile della separazione.

 

Le leggi vigenti in Italia specificano che si può divorziare quando la convivenza diventa “intollerabile”, senza però specificare i motivi, ragion per cui questo può accadere per qualsiasi motivo e neanche il Giudice entrerà nel merito del conflitto o chiederà il motivo per cui vi è lite.

 

In una causa eventuale non occorre fornire prova dell’intollerabilità, le prove diventano necessarie solo quando si vuole addebitare la separazione al proprio ex.



Accordarsi per una separazione consensuale piuttosto che una giudiziale rende tutto il procedimento più celere , indolore e soprattutto più economico. Tuttavia, se uno dei due coniugi non vuole stare alle condizioni dell’altro , l’altro potrà andare avanti da solo avviando in Tribunale la procedura di separazione giudiziale, il consiglio rimane quello di accordarsi con l’altro partner anche rinunciando o indietreggiando su qualche pretesa.

 

Una volta avviata la procedura di separazione, il coniuge potrà andarsene subito di casa nel caso in cui abbia il consenso dell’altro coniuge. Il consenso sull’abbandono della casa coniugale sarebbe meglio farselo lasciare per iscritto.

Nel caso in cui mancasse  l’accordo occorrerà attendere il provvedimento con cui il Tribunale ufficializzerà la separazione, il quale, nel caso di separazione giudiziale, non è la sentenza finale del giudizio, ma il provvedimento emesso alla prima udienza.

Come già menzionato in precedenza, se si dovesse andare via prima del provvedimento del tribunale si rischia l’addebito e non si può più richiedere né il mantenimento né i diritti ereditari.



Normalmente la separazione è un atto che viene gestito dagli avvocati. In alcuni casi può essere fatto autonomamente dai clienti e questo è il caso della separazione in comune. A questo ultimo tipo di separazione si può ricorrere solo in caso non si abbiano figli non autonomi o portatori di handicap. La separazione effettuata in comune non può contenere trasferimenti di beni, può però contenere la fissazione di un assegno di mantenimento.

 

Mantenimento e figli

L’ammontare dell’assegno di mantenimento dipende dalle possibilità economiche dei due coniugi, tuttavia, se il matrimonio è stato estremamente breve, è difficilissimo ottenere l’assegno secondo le nuove indicazioni date dalla Cassazione.

 

Sempre seguendo le ultime indicazioni della Corte Suprema, inoltre, anche il coniuge disoccupato non ottiene automaticamente il mantenimento poiché prima deve essere in grado di provare di essere nella impossibilità di procurarsi un proprio reddito.

 

Nel destinare l’assegno di mantenimento, il giudice di solito “premia” chi si è dedicato alla casa rinunciando alla carriera.

 

 

Per quanto riguarda il collocamento dei figli, quasi sempre i Giudici decidono di collocare i figli con la madre, salvo il caso in cui gli stessi non dichiarino di avere altra volontà. In ogni caso il genitore non collocatario è obbligato a versare un assegno di mantenimento periodico.



Occorre, tuttavia, tenere distinti i concetti di collocazione e affidamento. Collocazione è il luogo fisico ove i figli dimoreranno per la maggior parte del tempo mentre l’affidamento è il potere di scegliere l’indirizzo da dare alla loro  crescita e alle questioni più importanti, come ad esempio l’istruzione e la salute, l’affidamento è sempre condiviso salvo ipotesi eccezionali particolarmente gravi.

 

La separazione consensuale, solitamente, avrà un costo che si aggirerà sui 1800 – 2200 € e se i due si avvarranno dello stesso avvocato i costi singoli andranno divisi a metà.

Per la separazione giudiziale invece la parcella può arrivare a sfiorare i 5500 € a seconda delle difficoltà.

È da tenere presente che se si guadagna meno di 1000 €al mese si può fare ricorso al Gratuito Patrocinio e quindi le spese saranno pagate dallo stato.




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