Patria potestà: cosa significa e quando viene revocata

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Con il termine patria potestà o potestà genitoriale si intende il diritto ed il dovere, una volta esclusivo solo del padre, poi riconosciuto ad entrambi i genitori con l’articolo 316 del Codice Civile, di mantenere e istruire i figli minorenni, nel rispetto dei loro interessi e naturali predisposizioni. 

Vi sono dei casi in cui entrambi i genitori o uno di loro perdono la possibilità di esercitare tale diritto che passa invece ad una figura che prende il nome di tutore, il quale dovrà prendersi cura del minore sia in termini economici che di sostentamento psicologico così come nel rappresentarlo di fronte alla legge.

Ma quando avviene la revoca della patria potestà e per quali motivazioni? 

Gli obblighi derivanti dalla patria potestà

Vediamo adesso più nello specifico quali sono gli obblighi che derivano dalla patria potestà

Oltre al dovere di sostentare economicamente i figli e provvedere alla propria istruzione, il genitore deve fare in modo di assicurare alla prole un domicilio stabile, fornirgli il sostentamento materiale che gli permetta di vivere in maniera dignitosa (non solo nutrendoli ma consentendogli di poter avere tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere bene in società) e deve rappresentare il minore dinnanzi alla legge. 

Quando il giudice decide di togliere la patria potestà al genitore

La patria potestà è un diritto e un dovere. Occorre infatti rispettare alcune condizioni per far sì che sia possibile continuare ad esercitare questo diritto nel tempo e non perderlo. 

Vi sono dei casi in cui il genitore perde la possibilità di esercitare questi diritti nei confronti dei figli ovvero quando viene meno agli obblighi previsti o assume comportamenti scorretti nei confronti della prole che in qualche modo possono danneggiarne gli interessi.  

In questi casi il giudice può decidere di sospendere questo diritto ai genitori sia in forma temporanea che definitiva. 

Nello specifico le motivazioni per le quali un giudice può decidere di togliere la patria potestà al genitore sono

  • Nel caso in cui i genitori trascurino i figli o li abbandonino; 
  • Nel caso in cui i genitori vengano meno agli obblighi di istruzione o  mantenimento dei figli;
  • Nel caso in cui i genitori abusino dei propri poteri, 
  • Nel caso in cui i genitori tengano una condotta riprovevole nei confronti della prole che in qualche modo ne possa condizionare lo sviluppo;
  • Il genitore non tiene conto delle propensioni dei figli e delle naturali aspirazioni degli stessi;
  • Nel caso di violenza verbale o fisica nei confronti della prole; 
  • Nel caso di maltrattamenti sia morali sia fisici. 

Revoca patria potestà: cosa comporta 

Nel caso in cui il genitore si veda privato del diritto di patria potestà nei confronti dei figli, lo stesso non potrà più: 

  • Scegliere per questioni relative all’istruzione della prole,
  • Non potrà più rappresentarlo dinnanzi alla legge.  

Vi sono dei casi gravi in cui il giudice può addirittura decidere di allontanare la prole dal genitore che è venuto meno ai suoi obblighi ad esempio nel caso in cui ritiene che lo stesso possa in qualche modo recare danno ai figli.  

Quanto dura la decadenza della potestà genitoriale

Vi sono alcuni casi in cui la decadenza dell’esercizio del diritto di potestà territoriale può essere revocata ed il genitore a cui era stata sottratta può tornare ad esercitare questo diritto sui figli. 

Questo succede, ad esempio, quando, non sussistendo più le motivazioni per il decadimento della potestà, il genitore viene reintegrato al suo ruolo. In questo caso quindi potrà nuovamente assumersi le proprie responsabilità supportando la prole economicamente, materialmente e psicologicamente. 

Il diritto di vedere la propria responsabilità genitoriale nuovamente reintegrata quando ne sussistono le condizioni è sancito dall’articolo 332 del Codice Civile. 

Patria potestà: cosa succede quando i figli sono maggiorenni? 

Ma cosa succede quando la prole diventa maggiorenne? I diritti e i doveri che derivano dalla patria potestà non vengono meno nel momento in cui il figlio diventa maggiorenne. 

Soprattutto nel caso in cui il figlio maggiorenne non sia in grado di mantenersi in modo autonomo in quanto non dispone di reddito proprio, diventa indispensabile che il genitore continui a provvedere per il suo sostentamento anche durante la maggiore età. 

Questo obbligo permane fin quando il figlio non è in grado di provvedere in maniera totalmente autonoma al proprio sostentamento o forma un nuovo nucleo familiare indipendente. 

I doveri dei figli nei confronti dei genitori 

Naturalmente, anche i figli hanno degli obblighi specifici nei confronti dei genitori. 

Infatti, gli stessi dovranno rispettare il padre e la madre e convivere con i genitori almeno fin quando sono ancora minorenni. 

Inoltre, il minorenne che convive con i genitori che dispone di un reddito proprio deve contribuire al sostentamento dei genitori. 

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